Non è così raro sentire “Il mio cane/gatto mi fa i dispetti” quando assume comportamenti per noi scomodi, mai manifestati prima e per ragioni inesistenti… Ma se fossero invece “apparentemente” inesistenti?

Difficilmente un animale abituato ad una certa routine, ad un certo ambiente, a certe abitudini, e che si è sempre mostrato sereno e ben adattato a queste, cambia il suo modo di essere; il dispetto (come concetto) non esiste nella mente di un quattro zampe, spesso è espressione di un disagio.

Dispetto o disturbo comportamentale?

Bisogna premettere subito una cosa: ogni specie animale presente sul nostro Pianeta presenta un corollario comportamentale specie-specifico. L’errore di noi esseri umani è decifrare tali comportamenti in chiave umana, sviandone il vero significato; questo purtroppo causa spesso incomprensioni tra noi ed i nostri amici a quattro zampe, riflettendosi poi negativamente sul rapporto. Teniamo anche conto che gli animali sono privi del dono della parola, non sono in grado di esternare le loro emozioni se non attraverso un linguaggio non verbale (quindi mediante il proprio corpo, mediante le proprie azioni).

Proviamo a pensare ad un cane che, quando il padrone esce di casa, inizia ad abbaiare, a grattare alla porta, a rompere gli oggetti che trova intorno a sè, a mordere le gambe delle sedie, a sventrare i cuscini del divano, a urinare in giro… Il primo pensiero che salta alla mente è “L’ha fatto apposta! Un dispetto”. Niente di tutti questo: sono tutti segnali di un disagio che l’animale sta vivendo e che può anche essere piuttosto invalidante, un disturbo comportamentale da non trascurare ma per il quale è necessario rivolgersi subito al proprio veterinario (nei casi meno problematici bastano alcune accortezze da parte del padrone, mentre quando le manifestazioni sono molto frequenti e intense è consigliabile rivolgersi ad un veterinario comportamentalista. Per avere un’idea più chiara di ciò di cui parlo vi invito a leggere Ansia da separazione del cane: sintomi e rimedi .

Un altro esempio? Il gatto che urina in casa. Anche questo è da interpretare come un “banale” dispetto, magari perchè cinque minuti prima l’abbiamo spazzolato contro la sua volontà? Potrebbero esserci mille motivazioni per un comportamento del genere (espressione anche questo di un disagio), che non hanno nulla a che fare con la voglia di fare un dispetto: una lettiera tanto sporca oppure pulita ma con una profumazione troppo intensa e che può dar fastidio a Micio; lo spostamento della mobilia all’interno dell’appartamento; la presenza duratura di ospiti che modificano le dinamiche familiari; la marcatura del territorio da parte del maschio o la presenza di gatte femmine in calore.

Il tutto quindi è riconducibile ad una manifestazione di stress o ad un comportamento fisiologico.

Punizione per i loro “dispetti”

Siamo spesso portati a sgridare il cane/gatto, metterlo in punizione, ma questo potrebbe non solo non risolvere la situazione ma anche peggiorarla, lo stress già presente potrebbe infatti aumentare.

Prima di adottare un animale è buona norma conoscerne le caratteristiche ed i suoi comportamenti specie-specifici, sapere come educarlo e quali soluzioni adottare nel caso in cui il nostro amico a quattro zampe abbia atteggiamenti insoliti.

É fondamentale capire che un quattro zampe non potrà mai pensare e comprendere le nostre parole e richieste come un qualsiasi bipede, quello che per noi può essere un comportamento da adottare normalmente quasi sicuramente non lo è per un cane o un gatto. Solo degli animali e come tali hanno delle proprie modalità di reazione agli stimoli esterni; il compito di un padrone attento è quello di essere sensibile ad eventuali alterazioni del comportamento dei propri animali evitando di darne una propria interpretazione.

Per qualsiasi dubbio – per evitare di confondere un disturbo comportamentale con un semplice dispetto (e quasi mai lo è) – rivolgersi al veterinario.

Naturalmente i nostri amici a quattro zampe possono essere educati, addestrati; buona norma sarebbe quella di seguire con il proprio cane un corso con un educatore cinofilo, iniziando quando è ancora cucciolo: questo aiuta ad apprendere subito qual è il modo più adatto per la gestione del proprio animale sia dentro che fuori casa, naturalmente sempre nel rispetto della sua natura.