Sapere come comunicano i nostri animali, conoscere il corollario comportamentale della specie a cui appartengono ed avere un’idea di qual è il modo migliore di interagire con loro, è uno dei fondamentali doveri di un buon padrone.
Solitamente però tendiamo a umanizzarli, a valutare il loro comportamento come giusto o sbagliato secondo il nostro punto di vista, senza tenere minimamente in considerazione la loro vera natura.
Nel caso specifico dei cani, uno degli errori più grandi che viene compiuto è che quando proviamo ad educarli impartendo loro dei comandi affinchè ubbidiscano, spesso vengono utilizzati metodi che sono per lo più controproducenti: non si ottengono i risultati sperati, soprattutto nel lungo termine, l’animale risulta più stressato e agitato ed anche il rapporto cane-padrone ne subisce i risvolti negativi.
Diversi studi hanno dimostrato che il rinforzo positivo è il metodo migliore, quello con cui si ottengono i migliori risultati con minor fatica e in tempi più rapidi.

Rinforzo positivo: in cosa consiste

Esistono diversi metodi di apprendimento che possono essere utilizzati, il rinforzo positivo rientra in quello che viene definito “Condizionamento operante (il cane acquisisce nuovi comportamenti svolgendo attivamente delle azioni), in contrapposizione al Condizionamento classico (di Pavlov, che fa uso invece di stimoli ambientali).
Senza voler entrare nello specifico (perchè in questo articolo ci focalizzeremo solo sul primo), spiegare la differenza tra rinforzo positivo e negativo potrebbe aiutare a comprendere meglio: mentre il rinforzo positivo consiste nel dare un premio al cane ogni volta che obbedisce ad un comando in modo da favorire il ripetersi di tale comportamento, con il rinforzo negativo si punta invece ad una privazione o costrizione (ad esempio quando l’animale non si siede al nostro comando e quindi si esercita una leggera pressione sul corpo affinchè assuma tale posizione).
Come potete ben immaginare il messaggio che verrà trasmesso al cane sarà diverso, verrà vissuto da lui in maniera molto diversa: con il rinforzo positivo il nostro amico peloso avrà la possibilità di apprendere in modo divertente, sarà invogliato ad eseguire quanto richiesto perchè sa che alla fine riceverà un premio per questo, tutto apparirà più come un gioco piuttosto che come un dovere, e questo andrà ad influire positivamente anche sul rapporto cane-padrone; il cucciolo (perchè un minimo di addestramento è consigliabile per tutti i cani fin dalla loro giovane età) crescerà sentendosi amato e a proprio agio, ed il comando non verrà percepito come un dovere fine a sè stesso.
Utilizzando la costrizione invece – o addirittura la violenza, – pur raggiungendo lo stesso obiettivo, l’apprendimento – e conseguentemente il rapporto cane-padrone – si baserà solo sulla paura, ed sarà a nome di questa che il nostro amico peloso svolgerà quanto richiesto.

Il rinforzo positivo può essere applicato per qualsiasi cosa si voglia insegnare al proprio cane. Facciamo un esempio: il nostro cane è piuttosto irrequieto e difficilmente riusciamo a farlo star fermo? Invece che sgridarlo, proviamo ad ignorarlo ogni volta che si agita, a girarci dall’altra parte senza prestargli alcuna attenzione, ma di premiarlo invece quando si calma o si presenta spontaneamente calmo durante la giornata.
Ovviamente è un allenamento che richiede molta pazienza da parte nostra perchè l’assimilazione di una nuova abitudine (negli animali così come nell’essere umano) richiede un po’ di tempo, perchè è la mente che si deve adattare al cambiamento.
Rimproverare e punire un animale (soprattutto durante l’addestramento) causa l’insorgenza di paure e stress, e questo non va a beneficio né del lavoro che si sta svolgendo in quel momento né sulla crescita del cucciolo e tanto meno del rapporto cane-padrone.

Consigli utili

Affinchè il cane capisca quel è il giusto comportamento, è fondamentale che questo venga riconosciuto da tutti i membri della famiglia ed in modo continuativo: non ha senso (ed è molto controproducente) vietare al cane di salire sul divano di giorno, ma concederglielo la sera, o che venga vietato da un convivente e permesso dall’altro; tale incoerenza comporta solamente tanto stress e confusione nell’animale, che magari si vede accarezzato in alcune circostanze e punito in altre, pur compiendo la stessa azione.

E cosa è possibile utilizzare come premio? Qualsiasi cosa possa essere gradito al cane: cibo sfizioso, magari uno snack che non è abituato a mangiare e che rappresenta quindi per lui un vero e proprio premio, o delle carezze associate ad elogi vocali.

Il tutto verrà appreso gradualmente, ripetizione dopo ripetizione, fino a quando quel comportamento diventerà tanto abituale per il cane da non richiedere più neanche il premio (ovviamente un gesto amorevole come una carezza non può che fare sempre bene e continuerà ad essere ben accetta dal nostro amico a quattro zampe).

É importante però non dimenticare che un animale ha comunque una sua natura, e l’addestramento (al fine di fargli apprendere i giusti comportamenti per una serena convivenza) non deve diventare il mezzo per privarlo di questa, o per un vero e puro ego di venire obbediti ai propri comandi.

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