L’orso polare è una delle specie più a rischio estinzione a causa dei cambiamenti climatici che portano via via la scomparsa del suo habitat naturale.

Purtroppo sono realtà le scene di orsi bianchi, re dei ghiacci, che – deperiti e privi di energie – girovagano per le strade della città, tra la curiosità, lo stupore, ma anche il timore di automobilisti e passanti; arrivano a percorrere centinaia di miglia pur di trovare cibo per sopravvivere.

Con questo articolo guarderemo più da vicino il problema.

Orso bianco a rischio di estinzione

Mentre fino a qualche anno fa era il Panda il simbolo del WWF, perchè animale a forte rischio estinzione, ora la stessa minaccia incombe sull’orso bianco: i cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature a livello globale stanno sciogliendo, ad una velocità esorbitante, i ghiacci del polo Nord; i territori di caccia di questi animali stanno così via via scomparendo, così come stanno diventando sempre più scarse le disponibilità di cibo a quelle latitudini. Si stima che entro i prossimi 35 anni il 30% di orsi bianchi scomparirà.

Pattuglie a tutela dell’orso polare

Ma quella appena descritta non è una scena isolata, i casi in cui questi grandi cacciatori si spostano verso i centri abitati per far fronte alla fame sono sempre più frequenti.
É inutile dire che questo comporta inevitabili conflitti tra animali ed esseri umani, per evitare i quali il WWF sta lavorando da diversi anni. Dal 2006 sono state introdotte le “pattuglie a tutela dell’orso polare”, squadre che in Alaska, Canada, Groenlandia e Russia lavorano per limitare i danni, ma – allo stesso tempo – tutelare l’orso polare.

L’obiettivo è quello di puntare alla messa in sicurezza delle risorse di facile accesso (prima fra tutti i rifiuti), di rendere i villaggi meno attraenti per gli orsi e di installare sensori termici e a infrarossi che, rilevando la presenza degli animali, inviano dei segnali ai cellulari dei membri della pattuglia.
Per allontanare gli orsi vengono usati il rumore del motore dell’ATV o gli spari di fucile; l’abbattimento è previsto solo nei casi più estremi di difesa personale.

Riflessioni…

Come possiamo continuare a negare l’evidenza? A non prendere in considerazione delle serie misure di salvaguardia dell’ambiente e del clima?
Il problema è ancora da molti sottovalutato, perchè lo sviluppo, il progresso, l’economia sono gli unici temi a cui viene data un’attenta (ma pericolosa) importanza.

Manca ancora quella consapevolezza e capacità di vedere l’uomo come un tutt’uno con il resto del pianeta: l’inquinamento, il problema della plastica, la distruzione dei polmoni verdi della Terra, il cambiamento climatico non mettono a rischio solo piante e animali, ma anche l’essere umano ne è direttamente e indirettamente coinvolto.

Quindi il vero problema sta nel tenere a bada l’orso che si avvicina ai centri abitati o affrontare la questione a monte?
Sottolineiamo un punto fondamentale, che viene quasi sempre tralasciato: se non ne fosse costretto per la propria sopravvivenza, un animale selvatico non abbandonerebbe mai il proprio habitat naturale, un animale selvatico si terrebbe felicemente alla larga dall’uomo.

Io personalmente il pericolo più grosso continuo a vederlo non in questi animali, ma nell’essere umano.

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