Settembre è il mese in cui con più frequenza si incontrano sul proprio cammino le lumache, soprattutto se si ha la fortuna di vivere in mezzo al verde o si possiede un orto. É il periodo infatti in cui escono dal letargo estivo (chiamato “estivazione”), al quale ricorrono per proteggersi dalle alte temperature di agosto che potrebbero essere causa di morte. Le lumache infatti sono molto sensibli al caldo, il loro corpo è ricoperto da una sostanza bavosa che ha la funzione di mantenere sempre idratato il corpo. Quindi, tra la fine di agosto e i primi di settembre, quando l’aria comincia ad essere più fresca, questi simpatici animaletti ritornano alla luce e riprendono la loro vita normale, rimettono in moto tutte le loro attività fisiologiche; i mesi tra settembre e novembre sono anche quelli in cui avviene la riproduzione, di cui parleremo in questo articolo.
Per curiosità, e per così concludere il discorso sul letargo delle lumache, oltre a quello estivo – di breve durata e che può essere definito un semi-letargo – esiste anche quello invernale, che da novembre si protrae fino all’inizio della primavera, quando il clima diventa più mite e le temperature cominciano a rialzarsi. É in quest’ultimo che le chiocciole cadono in un vero e proprio riposo: la loro prima azione è quella di spurgarsi, un totale svuotamento intestinale che, se non avverrebbe, comporterebbero la fermentazione al suo interno delle feci causando la morte di questi gasteropodi; dopo di che scavano una buca nel terreno di circa 10 centimetri di profondità (ì dove rimarranno per tutto il periodo invernale) e chiudono “la porta di casa” con una patina biancastra molto spessa che stendono all’ingresso della conchiglia.
Ma ora vediamo come avviene la riproduzione di questi animali.
Le lezioni di zoologia dell’università sono ormai troppo lontane, ma la curiosità di rilucidare le vecchie nozioni rimane sempre accesa; così ho iniziato a documentarmi sull’argomento cercando informazioni che condividerò ora con voi…come è fantastica la natura!
Come avviene l’accoppiamento delle lumache
Le chiocciole sono animali ermafroditi, dotati cioè di entrambi gli apparati riproduttori, sia maschile che femminile; nonostante questo non sono in grado di autofecondarsi ed anzi, dopo l’accoppiamento entrambi i soggetti producono uova.
Ma come avviene l’accoppiamento delle lumache?
Dopo un corteggiamento della durata di qualche ora, che prevede giri su se stesse e strofinamenti reciproci, entrambi gli individui sfoderano i propri “dardi” d’amore, protuberanze calcaree che introducono nel corpo del partner e che con questo gesto violento ne fecondano le uova.
Le lumache si accoppiano diverse volte al giorno con cospecifici differenti, avendo così la certezza di fertilizzare il maggior numero di uova e trasmettere così una maggior quantità dei propri geni.
Ma la cosa curiosa, che può sembrare un controsenso, è che sembra (da uno studio pubblicato su Proceedings of the Royal Society B.) che questi dardi fungano da vere e proprie armi biologiche: sono in grado di ridurre la fertilità del partner e accorciarne l’aspettativa di vita. Ma quale potrebbe essere il senso di tutto questo? Le madri, a seguito dell’accoppiamento, sembrerebbero scoraggiate nei confronti di un successivo rapporto amoroso, ancora in dubbio se a causa di una sostanza chimica presente sul dardo o per un danno fisico; questo favorirebbe così la trasmissione dei geni della chiocciola con la quale si è accoppiata e che ha avuto la possibilità di fecondare il maggior numero delle uova.
Ma non è straordinario come in natura nulla è dovuto al caso, ma anzi sembra tutto minuziosamente “calcolato”?
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