Chi si intende di razze canine, chi ne conosce uno, ma soprattutto chi ne è padrone, sa benissimo quanto i jack russel siano cani molto vivaci, chiassosi e sempre in movimento; ma che potessero essere anche poliziotti antidroga ed un vero incubo per la malavita chi di voi l’avrebbe mai detto?

L’eroe a 4 zampre di cui parleremo oggi si chiama Pocho, dallo spagnolo “Piccolino” e soprannome dell’ex giocatore argentino del Napoli Ezequiel Lavezzi.

La storia di Pocho

Era stato preso da cucciolo in allevamento, da un medico che dopo pochi mesi ha dovuto però darlo via a causa dell’allergia del figlio. É stato donato alla Questura di Napoli e da quel momento è cominciato il suo duro addestramento per diventare l’infallibile agente antidroga che è adesso: fino ad ora, grazie al suo eccellente olfatto, sono state sequestrate due tonnellate di stupefacenti.

Nell‘unità cinofila ci sono altri cani con le stesse abilità di Pocho, ma le ridotte dimensioni di quest’ultimo gli permettono di intrufolarsi anche negli anfratti più nascosti, proprio lì dove più facilmente viene imboscata la droga. Su questo fronte non ha rivali neanche tra i suoi colleghi umani, che si affidano a lui quando non riescono a trovare ciò che cercano.

L’ultimo successo risale a solo qualche settimana fa quando ha scovato, a Nocera Inferiore – provincia di Salerno – 30 chili di cocaina purissima.

Niente e nessuno riesce a distrarlo quando è in servizio, ma ancora più sorprendente è l’affinità con il suo addestratore e compagno di vita Sandro: Pocho si muove e comincia a cercare solo al comando del suo collega ed amico bipede; e la ricompensa è senz’altro appagante, fatta di coccole e biscottini.

Pocho, nemico della malavita

Pocho è diventato così il nemico numero uno degli spacciatori di Scampia e Ponticelli. La camorra, che ha visto sfumare un giro d’affari di milioni di euro, ha messo persino una taglia su questo jack russel che è considerato un pubblico ufficiale a tutti gli effetti: hanno provato a metterlo fuori combattimento con bocconi avvelenati, con cibo contenente droga, persino ricorrendo a delle cagnette in calore che dovevano avere lo scopo di distrarlo dai suoi compiti; ma lui no, ha sempre continuato imperterrito nella sua missione.

Tutto come un gioco

Come per qualsiasi cane da lavoro, che viene addestrato duramente per poi svolgere un lavoro altrettanto duro, anche per Pocho tutto questo viene svolto e visto come un gioco avvincente; inoltre fa parte del DNA di questa razza stanare prede essendo stata selezionata nell’800 proprio per la caccia alla volpe.
E se a fine lavoro gli spetta anche una lauta ricompensa fatta di tante coccole e biscottini….il tutto diventa ancora più piacevole e gradito.

Immagine presa da Newsmondo.

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