Qualche settimana fa si è concluso il più grande trasferimento di elefanti mai avvenuto nella storia, che ha visto coinvolti ben 520 di questi esemplari e che ha richiesto due anni di lavoro.

Per quale motivo un numero così elevato di questo animali è stato spostato a decide di chilometro di distanza?

Il perchè del “Viaggio dei giganti”

La popolazione degli elefanti in Africa è diminuita del 20% dal 2006 al 2015, a causa della caccia spietata dei bracconieri per alimentare quello che nel corso degli anni è diventato uno dei traffici illegali più redditizi a livello mondiale: il commercio di avorio. Paradossalmente però nel Parco Nazionale di Liwonde la situazione era (almeno fino all’anno scorso) diametralmente opposta: il numero eccessivo di questi animali spingeva alcuni individui a valicare i confini del parco e cercare cibo nelle zone circostanti, creando così conflitti con i contadini locali. Per tenere sotto controllo la situazione si è quindi deciso di spostarne oltre 500 a nord del paese, sulle rive del lago Malawi nella Nkhotakota Wildlife Reserve, dove la popolazione di pachidermi è decisamente diminuita. L’obiettivo di questo spostamento era quindi duplice.

Come è avvenuto lo spostamento degli elefanti

Il viaggio è iniziato l’estate scorsa con il trasferimento dei primi 261 esemplari, per concludersi il 2 agosto di quest’anno, sempre e solo nella stagione secca per permettere ai mezzi di trasporto di muoversi su un terreno asciutto e solido.

Si è trattato naturalmente di un’operazione tutt’altro che semplice. Un veterinario specializzato nello spostamento di grandi mammiferi, da un elicottero doveva prima di tutto individuare i gruppi più adatti al trasferimento, in vista anche del fatto che la strategia migliore era quella di non disgregare i nuclei familiari; veniva sedata prima di tutto la matriarca mediante l’utilizzo di dardi scoccati sempre dall’alto, affinchè tutti gli altri individui del gruppo le si avvicinassero e fossero così più facilmente colpiti a loro volta; una volta controllati i loro parametri vitali, mediante delle gru e delle enormi imbragature, gli animali venivano caricati sopra a dei camion. Durante tutto il viaggio i veterinari avevano il compito di mantenere aperte le narici degli elefanti per permetterne la respirazione, e le grandi orecchie sugli occhi in modo da impedire alla luce di filtrare attraverso le palpebre. Giunti a destinazione, gli animali venivano infine messi all’interno di un recinto e controllate le loro condizioni generali; la mattina seguente le porte del recinto venivano aperte per lasciare liberi gli elefanti di scoprire e prendere confidenza con il nuovo ambiente.

Nonostante la notevole difficoltà dell’intera operazione, si può dire che si è conclusa con successo (se non fosse per la morte di due individui).

Affascinata da tutto questo (nonostante la grande indignazione che comunque non può non sorgere prendendo veramente coscienza delle motivazioni che ne stanno alla base) solo una cosa mi urge aggiungere: BUONA NUOVA VITA AMICI MIEI ELEFANTI!