Dal 16 al 24 novembre si terrà l’undicesima edizione della “Settimana europea per la riduzione dei rifiuti” (SERR).
Secondo la FAO ogni anno vengono sprecati circa un terzo degli alimenti destinati al consumo umano, pari a 1,3 miliardi di tonnellate, e questo dato dovrebbe risvegliare le nostre coscienze.

Questa iniziativa, che coinvolge diversi enti pubblici, aziende, società civile e cittadini, ha lo scopo di sensibilizzare verso questa tematica; si tratta di una campagna di comunicazione che promuove una maggiore consapevolezza sull’enorme quantità di rifiuti che vengono prodotti e sulla necessità di ridurli.

Il comitato promotore italiano della SERR è formato da:

  • Invitato permanente: CNI Unesco
  • Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
  • Federambiente
  • Anci
  • Città Metropolitana di Torino
  • Città Metropolitana di Roma Capitale
  • Legambiente
  • AICA (Associazione Internazionale Comunicazione Ambientale) – segreteria organizzativa
  • ERICA soc. coop. – partner tecnico
  • Eco dalle Città – partner tecnico.

Le azioni attuate nel SERR si basano sulle “3 R”: Ridurre, Riutilizzare, Riciclare (in ordine di priorità). Ognuno di noi nel proprio piccolo, e quotidianamente, può optare per delle soluzioni più “virtuose”: quando si va a fare la spesa si dovrebbe tener conto della deperibilità dei prodotti; bisognerebbe evitare di comprare grandi quantità di alimenti per un periodo di tempo troppo lungo, perchè ci sarebbe il forte rischio che vadano a male e quindi buttati (la soluzione migliore è quella di recarsi a fare la spesa almeno 2 volte durante la settimana e comprare di volta in volta ciò di cui si ha veramente bisogno; tale discorso vale soprattutto per gli alimenti così detti “freschi”, che richiedono di essere consumati nel giro di qualche giorno).
Allo stesso tempo bisognerebbe ricorrere ai più idonei metodi di conservazione affinchè gli alimenti abbiano una maggior durata (ci sono dei frutti ad esempio – come la mela – che se messa a contatto con altri li fa maturare più velocemente, oppure verdure – come l’insalata – che andrebbe lavata al momento del consumo per evitare che appassisca e marcisca prima).

Ridurre i rifiuti alimentari comporta ridurre anche l’inquinamento, oltre che ridurre lo spreco delle risorse quali acqua e terreno (senza contare il gran numero di animali che viene abbattuto e le cui carni finiscono spesso direttamente nella spazzatura); un risparmio sugli sprechi vuol dire anche un risparmio economico, ma soprattutto rispetto per quelle persone che vivono in povertà e che incontrano grandi difficoltà per permettersi un semplice piatto di pasta o un filone di pane.
Purtroppo tanti chili di prodotti vengono buttati dai supermercati, mentre potrebbero essere impiegati diversamente o destinati a persone bisognose. Ci sono però delle iniziative interessanti, come l’App “Too good to go” che promuove la filosofia dell’antispreco: tanti negozi e locali vendono a fine giornata l’invenduto ad un terzo del prezzo effettivo, e questo comporta un tornaconto sia per gli esercenti, ma anche per i cittadini che usufruiscono di questo servizio.

Ridurre i rifiuti vuol dire anche ridurre la quantità di plastica impiegata per gli imballaggi, grande fonte di inquinamento.
Ma anche nel campo dell’hi-tech ci si sta muovendo in tale direzione, ripristinando apparecchiature “superate” tecnologicamente ma ancora funzionanti e quindi utilizzabili.

Insomma, tutti possiamo dare il nostro contributo per ridurre gli sprechi, un atteggiamento che dovrebbe diventare uno stile di vita e non un impegno temporaneo, limitato ad un’iniziativa

LEGGI ANCHE:
MilanoPlasticFree: Milano in prima linea nella lotta all’inquinamento da plastica