Ci ho messo un po’ per decidere dove trascorrere le vacanze quest’anno, ma la Liguria era la destinazione ideale per rispondere a tutte le mie esigenze: una meta non distante da Milano per sfruttare la meglio i soli cinque giorni a disposizione, che regalasse bei posti da visitare, ma soprattutto che fosse sul mare, perchè il mare doveva essere il principale protagonista.
Con l’unica idea certa di visitare le Cinque Terre, che mi avevano affascinata guardandone le foto, ho cercato un paese limitrofo da tenere come base, da dove sarei poi potuta partire per le mie diverse gitarelle quotidiane (era tantissima la voglia di spiaggia e mare, ma era fortemente vivo anche il desiderio di scoprire un territorio per me completamente sconosciuto): Levanto è stata la scelta ottimale, quella che anche a voi consiglio perchè garantisce relax, ma anche diverse attività divertenti per riempire le proprie giornate.

Levanto: alla sua scoperta

Sono arrivata col treno a Levanto alle 11.30 circa, poi solo il tempo di raggiungere l’alloggio presso il quale avevo prenotato per abbandonare valigia e zaino che sono ripartita con cartina in mano per le viette, salite e discese del paese… volevo vedere quanto più mi era possibile.
Levanto viene denominato “Porta delle Cinque Terre” proprio perchè è un ottimo punto di partenza per visitare le Cinque Terre; questa caratteristica lo rende un paese molto apprezzato sia dai turisti italiani che stranieri, oltre naturalmente a tutto ciò che lui stesso riesce a regalare ai suoi visitatori.

Il mio giro mi ha portato a scoprire diversi punti molto carini, sia per le strutture che qui risiedono che per i panoram a volte veramente straordinari che offrono.
Prima tappa l’Oratorio di San Giacomo, sede della più antica confraternita di Levanto, della quale si hanno notizie a partire dal 1409; fu costruito alla fine del’500 e consacrato il 23 giugno 1600. La chiesa è molto piccola ma anche molto particolare; quello che mi ha subito colpito varcandone la soglia sono state le sue panche, tutte rivolte verso l’unica navata centrale, a cui sono adagiati diversi crocifissi processuali; dal soffitto totalmente bianco si calano i lampadari, molto bassi.
Passando per la Piazza della Loggia ho poi raggiunto la Torre dell’Orologio, che nel 2016 ha partecipato al concorso indetto dalla FAI “I luoghi del cuore”; inoltre, grazie ad un ampliamento della rete sentieristica, è stato da pochissimo riportato alla luce il tratto che dalla Torre conduce fino a Sopramare, tratto di un percorso di straordinaria bellezza naturalistica e ambientale… solo a posteriori ho scoperto che quello che mi ero spinta a percorrere oltre la Torre non era semplicemente il primo tratto di un piccolo sentiero che prima o poi si sarebbe interrotto, ma faceva parte di un progetto molto più ampio.
La Loggia Medievale, rimasta invariata fino ad oggi, è nata come edificio civile dedicato al controllo delle merci in arrivo e in partenza dal porto: nasce infatti con affaccio verso l’arenile che fino al 1500, prima dell’interramento naturale del porto canale, caratterizzava l’approdo e l’area di smistamento delle merci; il 20 luglio 2007 la Loggia è stata insignita dall’UNESCO del titolo “monumento testimone di cultura e di pace”.
Ritornando verso la Piazza della Loggia, e seguendo le indicazioni, si raggiunge il Castello (del XIII secolo), lungo un percorso in salita che costeggia le mura medievali; il castello, con la sua struttura molto semplice, costituita da quattro mura e una torre circolare a formare un quadrilatero, è stato realizzato in pietra locale e serpentino. Da qui è ben visibile il campanile della Chiesa di Sant’Andrea, la cui facciata è caratterizzata da fasce orizzontali bianche e scure alternate, rispettivamente in marmo bianco di Carrara ed in pietra verde locale.
Una scalinata porta poi giù verso il mare, regalando scorci di panorama veramente belli da vedere e fotografare… e se sotto i vestiti indossate già il costume, diventa quello il momento adatto per raggiungere la spiaggia e tuffarvi in acqua! Sosta e refrigerio per togliervi di dosso il calore e la fatica accumulate.

Mentre il centro storico di Levanto è costituito dai caratteristici caruggi liguri, andando verso il mare gli spazi sono molto più ampi; tanti sono i negozi, le focaccerie, le gelaterie e i ristoranti dove potersi servire al volo oppure sostare seduti ai tavolini sistemati davanti al locale; chi desidera trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta, gustandosi la propria bibita o il gelato appena comprato, magari scambiando quattro chiacchiere con i propri amici o semplicemente rilassandosi guardando gli altri passanti, può fermarsi su una panchina al Giardino Comunale in Piazza Staglieno, poco prima del lungo mare; è il posto ideale anche per i bambini perchè trovano qui tanti giochi sui quali divertirsi.

Per quanto riguarda le spiagge, diversi sono gli stabilimenti privati a Levanto, ma per chi preferisse una sistemazione può “spartana”, può optare di stendere le proprie asciugamani sulla sabbia di una spiaggia libera. Quella che ho frequentato io, sul lato orientale (quasi al di sopra della quale si trova la villa degli Agnelli), era anche super organizzata per garantire il distanziamento sociale richiesto dall’emergenza Covid: ogni postazione era evidenziata da un paletto di legno, e chi giungeva sulla spiaggia poteva prendere posto – dopo aver lasciato i propri dati ad una persona preposta a questo compito – solo se era presente un paletto libero.

Tanti sono i turisti “abitudinari”, quelli che possiedono a Levanto una seconda casa e che periodicamente ritornano qui per trascorre dal semplice weekend alla vacanza vera e propria, ma il paese è anche meta di molti altri turisti – italiani e stranieri – che decidono di soggiornarvi per la prima volta. Per questi ultimi sono diverse le sistemazioni alle quali poter ricorrere: alberghi, B&B, affittacamere…
Io ho pernottato presso “Affittacamere Marco” : piccolo e intimo, con poche stanze curate e pulite, garantisce una sistemazione veramente ottimale. Il proprietario, Marco, è molto accogliente nei modi e altrettanto disponibile per rispondere a qualsiasi richiesta; è stato fin da subito definito da me “il mio Cicerone” 🙂 perchè è lui che mi ha consigliato i posti principali da vedere a Levanto, suggerito di percorrere la pista ciclabile (di cui vi parlerò tra poco) per raggiungere le spiagge di Framura, e che si è offerto per fare insieme un giro sulla sua barca.
Basta conoscerlo un minimo per capire – ascoltandolo – il forte attaccamento al suo paese, ma soprattutto il rapporto quasi viscerale con il mare, trasmesso soprattutto dal suo nonno Pasquale.

Ciclabile Levanto-Bonassola-Framura

La pista ciclabile che da Levanto porta a Framura passando per Bonassola, può essere percorsa veramente da tutti! Sia in una direzione che nell’altra si incontrano persone a piedi o in bici, da sole o in gruppi, adulti con bambini, sportivi o muniti di ciabatte da mare e ombrellone in spalla.
La particolarità del suo percorso (lungo km 5-6) è il suo estendersi per lo più lungo la vecchia ferrovia; è costituita da lunghe gallerie che si aprono solo di tanto in tanto, permettendo così di accedere a tante calette e spiagge nascoste, o semplicemente sostare perdendosi con lo sguardo nel blu del cielo e dell’acqua del mare.
É possibile che per centinaia e centinaia di metri si rimanga completamente soli, avvolti dalla penombra e dal silenzio interrotto solamente dal rumore delle ruote della bici che girano sull’asfalto, da un leggero odore di umido, il fresco sulla pelle…una sensazione veramente bella, che amplifica i propri sensi e le emozioni che ne derivano.

Arrivati a Bonassola e poi a Framura, chi lo desidera può fare anche un giro per il paese visitandone gli angoli più caratteristici. Dal “Mio Cicerone” mi era stato suggerito di raggiungere – dal centro di Bonassola – la Cappella della Madonnina della Punta: solo ora, vedendola in foto, ne capisco il perchè, mi rendo conto di essermi persa un vero spettacolo panoramico.
Quel giorno ho preferito infatti dedicare tutto il mio tempo al mare: arrivata così alla fine della pista ciclabile, ho parcheggiato lì dove c’erano tante altre decine (se non centinaia) di biciclette legate ognuna con il proprio lucchetto, per proseguire poi un bel tratto a piedi che mi avrebbe portato alla spiaggia libera, quella più distante e che risultava essere a quell’ora la meno affollata; lì, sui sassi piuttosto grossi, qua e là giacevano piccole capanne fatte di rami e tronchi costruite da chissà chi. Per arrivarci è stato necessario percorrere “La via del mare”, quella che viene definita la “Seconda Via dell’Amore” (la prima è il sentiero omonimo presente alle Cinque Terre e che congiunge Riomaggiore a Manarola, attualmente chiuso): diversi gradini da salire e scendere, così come le passerelle in legno che si affacciavano sul mare; non una passeggiata rilassante, ma lo scenario che mi ha regalato è stato veramente bello.

Le Cinque Terre: girarle in treno

Era l’unica meta sicura che mi ero prefissata ancor prima di partire, anzi la mia vacanza in Liguria è stata proprio programmata con il desiderio di visitare le Cinque Terre: inserite nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1997 come “paesaggio culturale”, mi avevano affascinato per la struttura ed i colori dei loro borghi, così come apparivano nelle foto visibili sul web e per l’entusiasmo che avevo riscontrato leggendo i post e i commenti pubblicati sui social da altri turisti…e devo dire che ne sono stata soddisfatta.

Riomaggiore e Manarola sono le prime che ho visitato.
La prima cosa che risalta sono queste case tutte colorate che sembrano impilarsi una all’altra, quasi ad incastrarsi come in un mosaico; questo è l’elemento che accomuna tutte le Cinque Terre.
Non negando la loro bellezza, per un gusto puramente personale e che non deve minimamente influenzare, sono quelle i cui borghi mi hanno entusiasmata meno, le ho trovate molto simili tra loro e con nessun elemento caratteristico che mi abbia colpito in modo particolare; ma il bello di viaggiare è soprattutto questo, visitare un luogo e sentire quali sensazioni riesce a suscitare dentro di te. Sicuramente non mi ha lasciata indifferente la vista sul mare, e man mano che mi allontanavo dal centro e dalla via principale ciò che ho iniziato a notare sono stati gli orticelli tra una casa e l’altra ed i terrazzamenti coltivati, oltre il silenzio quasi surreale per una cittadina milanese.

Amore a prima vista invece per Corniglia, l’unica delle cinque che non ha diretto contatto col mare; sorge infatti su un promontorio roccioso alto circa 90 metri in una conca coltivata a vigneti.
Dalla sua stazione ferroviaria si raggiunge salendo una lunga scalinata detta Lardarina, costituita da 33 rampe con 382 gradini, oppure percorrendo la tortuosa Via alla Stazione; un’alternativa sicuramente più rilassante è rappresentata dal mini-autobus che parte molto frequentemente dalla stazione e che porta direttamente alla piazza principale del paese. Da qui, lungo via Fieschi, caruggio largo un metro o poco più sul quale si affacciano negozietti che offrono prodotti artigianali (gastronomici e non), si raggiunge la piazzetta di Largo Taragio dove si trova la Cappella di Santa Caterina (XVIII secolo) ed il monumento ai caduti (1926); dalla cappella parte una scalinata che porta ad una prima terrazza panoramica, ma non bisogna assolutamente perdersi il belvedere della terrazza di Santa Maria, ancora più suggestivo.

L’altra delle Cinque Terre che mi è enormemente piaciuta è Vernazza, tra tutte è quella che mi ha trasmesso più allegria, l’ho sentita vivace… sicuramente anche l’orario ha giocato a suo favore (mi trovavo lì nel primissimo pomeriggio): il sole era alto nel cielo, sgombro dalle nuvole che lo oscuravano la mattina, quindi la luce era diversa, il riverbero sul mare lo rendeva più luminoso, ed anche i colori pastello delle case apparivano più accesi.
Appena scesi dalla stazione si cammina lungo la via principale leggermente in discesa, da dove partono diverse viettine laterali molto strette che portano alle case più interne; in fondo si giunge al porticciolo, dove quel dì si concentrava la maggior parte dei visitatori che desideravano scattare foto ricordo o prendere il sole stesi sulla piccola spiaggetta o in qualsiasi altro angolo dove c’era posto per stendere il proprio asciugamano.
Sulla sommità del promontorio sorge il Castello Doria, dominando il paese e la baia; di forma irregolare, aderisce alla roccia sulla quale è stato edificato, mentre al centro – su di un basamento quadrangolare – si eleva una torre cilindrica.

Tornando verso Levanto con il treno, l’ultima sul mio percorso ancora da visitare è stata Monterosso: decisamente diversa dalle altre, secondo me più a portata di turista: gli spazi più ampi, il lungomare che dalla zona di Fegina porta al tunnel che si apre sul borgo antico (centro storico) e lungo il quale è possibile fare una piacevole passeggiata (di sera immagino che lo scenario – già molto bello di giorno – acquisisca un’atmosfera molto romantica), le spiagge più estese rispetto a quelle degli altri quattro borghi… se con la vostra vacanza alle Cinque Terre puntate alla tintarella e ai bagni in mare, allora vi suggerisco questa come meta in cui soggiornare.

Ecco cosa fare alle Cinque Terre quando piove

Come arrivare e muoversi alle Cinque Terre? La soluzione più immediata e comoda è sicuramente il treno, soprattutto se si desidera visitarle tutte in giornata: ogni paese ha la propria stazione e tra una e l’altra si impiegano dai 5 ai 10 minuti massimo di viaggio. I borghi sono collegati tra loro anche da sentieri, capaci di regalare panorami mozzafiato ed ideali per gli amanti del trekking; purtroppo però al momento non sono tutti accessibili.


In base al vostro programma, vi consiglio di tenere in considerazione la Cinque Terre Card, un abbonamento giornaliero che permette di prendere il treno a proprio piacimento, in una o nell’altra direzione e tutte le volte si vuole, in più solo compresi i sentieri (quelli percorribili) e l’utilizzo dei bagni delle stazioni (che altrimenti sarebbero a pagamento); insomma, è un modo per risparmiare anche parecchio e per muoversi più liberamente.

Il mio viaggio in solitaria

Non posso che concludere dicendo di essere pienamente contenta di questi cinque giorni trascorsi in Liguria: mi hanno regalato luoghi mai visti da scoprire, spiaggia, mare e cose da fare, tante delle quali erano per me un lontano ricordo; è stata una vacanza di riscoperta soprattutto di me stessa, perchè è proprio qui che risiede l’essenza del viaggiare in solitaria: camminare quelli che sono i tuoi passi, seguire quelli che sono i tuoi ritmi, vivere quelle che sono le tue emozioni… ascoltarsi.
Ma ti accorgi che comunque non sei mai sola: il modo di socializzare, l’occasione per scambiare quattro chiacchiere si trova sempre, anche solo fermando qualcuno per strada per chiedere informazioni (perchè, nonostante la cartina in mano, ci si riesce persino a perdere 🙂 , ma anche questo fa parte del bello di viaggiare soli) o perchè la signora anziana seduta davanti a te in treno ti racconta della sua vacanza appena terminata, e così in qualche modo ti fa prendere parte alla sua storia.

A tutto questo io dico semplicemente GRAZIE!