Quest’anno le vacanze estive sono saltate e a settembre abbiamo iniziato a sentire l’esigenza di prenderci qualche giornata per noi. Così a ottobre siamo partiti per l’Emilia Romagna!

Che dire se non che è stata un’esperienza gustosa e strepitosa?

L’Emilia e la Romagna, due regioni differenti

È difficile capire la differenza tra Emilia e Romagna, almeno per me che non avevo mai avuto modo di esplorare la regione nel modo giusto (a parte i continui weekend a Bologna e una vacanza da 18enne a Rimini).

Partiamo dal presupposto che l’Emilia e la Romagna sono due regioni storiche ben distinte, anche se non sono mai state due entità politiche indipendenti. I confini della Romagna sono sul fiume Reno a Nord, gli Appennini a ovest e quella linea che unisce il Monte Maggiore dell’Alpe della Luna a il Passo della Futa a sud. Più o meno la Romagna coincide con la parte meridionale della regione, quella che si trova a ridosso del mare. Nell’Emilia rientrano le province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena e Ferrara, quella di Bologna ne fa parte se si esclude il comune di Imola e altri confinanti che si trovano a est del torrente Sillaro.

Ma cosa contraddistingue l’Emilia e cosa la Romagna? Sicuramente alcune caratteristiche culturali e linguistiche, per non parlare poi dell’ambito culinario, dove forse per un turista è più semplice trovare delle differenze: se per esempio in Emilia si fanno i tortellini, in Romagna si fanno i cappelletti (rigorosamente con ripieno di formaggio!)

Il nostro itinerario

Noi per non farci mancare niente abbiamo deciso di includere nel nostro itinerario un po’ di Emilia e un po’ di Romagna. Ecco come abbiamo organizzato la visita:

  • Giorno 1: Visita di Bologna (Emilia)
  • Giorno 2: Visita di Ravenna (Romagna)
  • Giorno 3: Passeggiata tra Cervia, Milano Marittima e Cesenatico (Romagna)
  • Giorno 4: Visita di Comacchio (Emilia)
  • Giorno 5: Visita di Ferrara (Emilia)

Consigli su dove dormire tra Emilia e Romagna

Come punti di partenza per i nostri giri abbiamo scelto di soggiornare a Bologna, Cervia e Ferrara.
Per l’alloggio di Bologna abbiamo optato per un semplice e pulito b&b che si chiama L’Antenna e che si trova in via Mascarella (15 minuti a piedi da Piazza Maggiore). La struttura ha aspetti positivi, come la posizione centrale, la possibilità di prenotare un parcheggio gratuito (utilissimo per chi arriva in auto) in zona, la disponibilità e la gentilezza del proprietario; ma non manca di aspetti negativi: la colazione è praticamente inesistente, la camera poco comoda.

A Cervia abbiamo dormito al Villa del Mare Spa Resort, un hotel 4* superior che ci è piaciuto tantissimo. L’hotel si trova sul lungomare Deledda, ha uno splendido design bianco con balconi grandissimi. Le camere sono pulite, spaziose e dotate di ogni comfort. Se la stagione lo permette gli ospiti possono usufruire delle 2 piscine situate al 7° piano. Cosa volere di più?

Infine per Ferrara abbiamo scelto un b&b super-economico e centralissimo. Si tratta di Zen Room. Qui l’ospitalità è stata impeccabile, la camera era grande e pulita, la colazione (con possibilità di scegliere tra 3 caffetterie del centro diverse) squisita. Ci torneremo sicuramente!

Cosa mangiare in Emilia e cosa mangiare in Romagna

La cucina emiliana è incentrata su eccellenze enogastronomiche da far invidia a tutte le altre regioni d’Italia. In tavola non mancano salumi, formaggi e pasta fatta in casa.

Tra i piatti classici come non citare i tortellini, tipici di Bologna e Modena, meglio se con un buon ragù alla bolognese; la torta fritta (a Bologna la trovate come crescentina), un impasto di pane o focaccia fritto servito con salumi vari; la salama da sugo, il piatto forte di Ferrara, un insaccato simile al cotechino da consumare caldo e con purè di patate (meglio se a pranzo e in inverno); l’anguilla di Comacchio; ovviamente il prosciutto di Parma.

La cucina romagnola è aperta e genuina. I suoi piatti spaziano tra terra e mare e le sue ricette affondano le radici nella tradizione. Tra i piatti simbolo della Romagna c’è la piadina, la polentina con le vongole, i cappelletti e i passatelli (meglio se in brodo), il coniglio in porchetta.

Tra i dolci da provare c’è la ciambella, venduto soprattutto nei forni o servito a fine pasto durante le sagre, e la zuppa inglese, a base di crema, cioccolato, alchermes e savoiardi.