In occasione della mostra dedicata a Mucha e l’Art Nouveau tenutasi al Palazzo Reale di Milano, ora itinerante per altre città d’Italia, ho potuto approfondire la mia conoscenza su questo filone artistico e sulle sue affascinanti atmosfere.

Il percorso, supportato dalle opere di Mucha e dalla presenza di disegni, arredi e manifatture di altri artisti, ha saputo ricostruire il gusto elegante e prezioso di quello che è considerato il padre dell’Art Nouveau e di tutta la corrente artistica.

Se dovessi trovare un modo veloce di descrivere ciò che ho visto direi: linee che si trasformano in altro. Tutte le opere sono da seguire con lo sguardo, tutti i profili impressi con la tecnica della litografia stupiscono con la loro capacità di trasformarsi in mille forme.

Alfons Mucha è il maestro indiscusso dell’Art Nouveau e uno dei tanti artisti del nostro tempo che sperimenta la litografia, riuscendo a utilizzarla sapientemente. Vediamo insieme cos’è la litografia e cos’è l’art nouveau, prima di approfondire la conoscenza dell’artista e della mostra a lui dedicata.

 

Cos’è la litografia?

La litografia è una tecnica di incisione che ha origini antichissime. Deriva dalla reciproca repulsione tra acqua e sostanze grasse. Per questo in passato veniva realizzata da una matrice di pietra. Ai tempi di Mucha però la tecnica si realizza direttamente su lastre di materiale poroso, come l’alluminio e lo zinco.

Per realizzare un’opera di litografia l’artista ha a disposizione strumenti da incisione, come gessetto, matita e inchiostro. Dopo aver realizzato il proprio disegno procede con l’acidificazione: su tutta la superficie della pietra e sul disegno si passa del talco e poi un velo di mordente. Le parti che non sono disegnate, a contatto con l’acido si trasformano, mentre rimangono quelle disegnate che trattengono l’inchiostro.

Dopo 24 ore dall’acidificazione, si procede con la stampa, realizzata mediante il torchio litografico: in pratica la matrice disegnata viene bagnata e poi inchiostrata con un rullo di caucciù. L’inchiostro aderisce dove c’è il disegno e viene respinto dalla pietra bagnata.

I pittori così hanno a disposizione un mezzo incisorio facile da gestire e soprattutto delle stampe colorate da poter mostrare.

 

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Che cos’è l’Art Nouveau?

A definirla per primo Art Nouveau fu Salvator Dalì che osservando il movimento artistico e filosofico che si era affermato tra Ottocento e Novecento, prima in nord Europa e poi nel resto del mondo, riconobbe uno stile tanto liberty quanto innovativo, che interessò tutte le arti, da quelle figurative a quelle architettoniche, fino alle arti applicate.

Cos’ha di speciale l’Art Nouveau? Quello di riuscire a trovare la giusta ispirazione dalla natura e di saperla tradurre in forma ondulata, con una netta linea dinamica. In pittura questa tecnica si chiama a frusta.
Le figure dell’Art Nouveau prendono vita e si evolvono senza fatica in forme simili a piante e fiori. È per questo che agli artisti che seguivano il filone Art Nouveau piacevano tanto le stampe giapponesi, da cui trovarono la giusta ispirazione tra forme curvilinee, superfici illustrate e vuoti contrastanti.

Lo stile Art Nouveau arrivò a interessare anche la lavorazione del vetro e la gioielleria. Oggi, a livello architettonico, esempi di Art Nouveau si possono ritrovare anche in viaggio: il centro storico di Riga è stato classificato come la più bella collezione di edifici Art Nouveau in Europa, mentre altri capolavori si trovano in città come Istanbul, Venezia, Praga, Salisburgo e Salamanca.

Ma chi è Alfons Mucha?

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Sarah Bernhardt – Mucha

Alfons Mucha ha sempre amato l’arte. Fin da piccolo disegna e prende l’abitudine di far le caricature ai suoi compagni di scuola. Quando cresce viene accolto dal conte Karl Khuen of Mikulov che gli commissiona le pitture murali di due castelli. Ma è solo quando Mucha si trasferisce a Parigi che trova la sua vera vocazione: qui a Montmartre incontra numerosi artisti e si dedica alla fotografia, ma soprattutto conosce Sarah Bernhardt, la sua attrice-dea che gli commissionerà lavori per 6 anni di seguito.

Da questo momento inizia la vera produzione artistica di Mucha che comprenderà moltissime opere, dipinti, grafiche e manifesti pubblicitari, tutti permeati dagli elementi caratteristici dell’Art Nouveau. Mucha ritrae giovani donne in abiti dal taglio neoclassico, circondate da motivi floreali che formano cornici geometriche attorno alla loro figura. Il suo stile piace, tanto che viene contattato da produttori di profumi, champagne e sigarette.

Le opere di Mucha sono ormai su tutti i muri e chiunque può incrociare le sue creazioni. Nasce lo Stile Mucha, unico e riconoscibile, si dimostra adatto per essere applicato ad una grande varietà di contesti: poster, decorazione d’interni, pubblicità, illustrazioni, produzioni teatrali, design di gioielli e opere architettoniche.

Dopo tanta produzione, Mucha dedica i suoi ultimi anni a un capolavoro più personale dal nome Epopea Slava, venti quadri di grandi dimensioni che rappresentano un’epopea simbolica del popolo slavo fin dall’Antichità.

 

La mostra di Alfons Mucha

La mostra di Alfons Mucha a cui ho partecipato a Milano era divisa in 7 sezioni che scandivano sapientemente i diversi ambiti in cui l’artista si è cimentato. Ho scoperto così l’importanza dell’incontro con Sarah Bernhardt, la diva del tempo di cui ho parlato prima, immortalata dall’artista in numerosissimi poster e manifesti teatrali.

Protagonista indiscusso di tutto il percorso, e della maggior parte della creazione di Mucha, è la figura femminile, i suoi tratti dolci e delicati, resi con colori quasi opachi e sempre legata a elementi naturali. Ci sono opere in cui le pietre preziose e le teste femminili si confondono…
Interessanti i manifesti pubblicitari e le realizzazioni grafiche di confezioni di prodotti che entravano abitualmente nelle case del tempo, come quelle delle scatole dei biscotti Lefevre‐Utile, delle tavolette di cioccolato Idéal o dei profumi e dei prodotti per l’infanzia.

Mucha fu influenzato dall’arte giapponese e si vede soprattutto nella preferenza per il segno grafico e marcato, per l’appiattimento bidimensionale e per gli accostamenti cromatici molto originali. L’esotismo si ritrova nell’album Documents Décoratifs e viene ripreso da altri artisti seguaci del suo stile, come Bugatti e Chini.

Animali, fiori e piante fanno parte del repertorio di oggetti di arte decorativa, forse la sezione più emblematica di tutte, mentre ho apprezzato l’idea del tempo di Mucha, rappresentata nelle grafiche dei calendari e nelle numerose rappresentazioni delle stagioni e del suo ciclo.

Un’artista davvero affascinante questo Mucha!

Lo sapevi che Mucha…

  • A Mucha si deve il merito di aver inventato la pubblicità: Mucha è famoso per aver creato – come abbiamo visto – numerosi cartelloni pubblicitari e per aver lavorato con diverse aziende per pubblicizzare i loro prodotti.
  • La donna di Mucha è una donna che racconta le conquiste che passo dopo passo il mondo femminile sta compiendo. Basti pensare al manifesto Job del 1896 dove Mucha raffigura una donna con la sigaretta in mano, oppure Cycles Perfecta del 1902 dove la donna è vicino alla sua bicicletta.
  • Si può presupporre che il numero preferito di Mucha fosse il 4, un numero ricorrente in molte delle sue opere. Pensiamo alla serie delle stagioni, a quella delle arti (poesia, musica, danza, pittura), alle pietre preziose (smeraldo, ametista, rubino e topazio), alle ore mattutine e alle stelle.