Non ho particolari talenti, sono soltanto appassionatamente curioso.
Albert Einstein

Sono una persona curiosa, ma anche molto rapida. Curiosa nel lanciarmi (a volte sbattendo la testa) e sperimentare, quanto rapida nel dare giudizi per poi ricredermi.
La curiosità e la rapidità mi hanno portato a installare Snapchat, una delle app più popolari tra i teenager statunitensi, poi entrata a razzo anche in Italia. Il mio rapporto con il social network ha una storia riassumibile in 3 fasi:

  1. Io questa roba non la voglio sul mio smartphone (la rapidità ammonitrice);
  2. Ok, voglio scaricarla per capire come funziona (la curiosità);
  3. Oh fammi leggere chi ne parla e fammi vedere che effetti nuovi posso mettermi in faccia oggi! (lo studio e la pratica)

Ora sembra che la storia si sia fermata e vado incontro a domande e ragionamenti, a volte poco razionali, che vorrei condividere con voi.

E ora che ci faccio?

Snapchat… Lo apro e lo chiudo da qualche giorno, ma non so cosa condividere con i miei amici (non che ne abbia tantissimi, ma qualcuno c’è!). Tutto ciò che mi circonda mi appare futile. Sono in crisi e apro altri social. Mi chiedo perché dovrei condividere la mia giornata per non vederla più il giorno dopo, non mi piace l’idea di lanciare nel mare una bottiglia con un messaggio d’amore che si disintegrerà prima di arrivare sul bagnasciuga.

Mille social = mille ansie!

Si ma che ansia. Sono in viaggio, o a Milano in giro, e lo dico su Facebook, poi pubblico su Twitter la foto del pranzo ringraziando il ristorante figo che me l’ha preparato, una porta troppo carina da condividere su Instagram e l’articolo che è uscito sul blog da inserire su Google+ (bè dai, io lo uso ancora, non storcete il naso!). Ora ci si mette pure Snapchat? Con lui dovrei avere lo smartphone in mano praticamente ogni secondo della mia vita, catturare il momento, filtrare, inserire una frase divertente e condividere.

Mi viene l’ansia…

Ma non è che sto diventando vecchia?

All’improvviso si palesa, minacciosa, una domanda: non è che sto diventando vecchia? Insomma magari si è aperta la zip di quel gap generazionale e sono entrata magicamente nel vortice della non-comprensione-della-nuova-generazione. Perché condividere la storia della mia giornata dovrebbe essere così geniale?

Non mi sono mai piaciute le sintesi e neanche sintetizzare

Si perché fondamentalmente Snapchat è proprio questo: una sintesi. Da una parte abbiamo una chat molto simile a Whatsapp, dall’altra una bacheca di profili che seguiamo come Facebook – certo questa è più veloce e fresca, immediata ma anche inconsistente e nebulosa, devo dirlo – e poi una vetrina, simile a Flipboard (ve lo ricordate? Esiste ancora!) in cui poter leggere anche cose importanti di testate importanti.
Tendenzialmente non amo le sintesi, anche i libri per esempio mi piacciono alti, in più non sono una che riesce così facilmente a sintetizzare: i video durano appena 10 secondi, la mia vita è più intensa.

Che poi alla fine…

Un giro a vedere cosa stanno snapchattando i miei amici lo faccio sempre e spesso mi piace pure.
Snapchat ti permette di entrare nella vita di persone che possono essere anche dei perfetti sconosciuti (nel senso fisico: sconosciuti perché non gli hai mai stretto la mano, ma amici perché i social te li rendono tanto familiari e tanto vicini) e seguirli nelle loro giornate.
Ciò che mi piace fare su Snapchat è osservare gli altri in viaggio: questo tipo di snap per me è fonte di ispirazione e un ottimo spunto per capire quali saranno le mie mete future. Per questo il social si merita il mio pollice in su!
Però non trovo giusto dovermi subire i selfie di te cane-diavolo-gatto-ghirlandato-pirata-poliziotto tutto il giorno 🙂

Quindi cosa ho deciso?

Snapchat con me non sta proprio funzionando, ma credo di dover scavare più in profondità per trovare la vera motivazione di un amore mai iniziato. Mi rendo conto che in questi giorni non ho voglia di avere lo smartphone sempre acceso, ho bisogno di staccare la spina, godermi il momento e non farlo sapere a nessuno.
Il nuovo social-gioco mi è un po’ di ostacolo: i tramonti li voglio ricordare e sperare che rimangano stampati nella mente a lungo, i paesaggi li voglio respirare e le persone le voglio toccare e sentire.

Però caro Snapchat, (ancora) non me la sento di mettere la tua foto incorniciato nel cassetto impolverato, ti guardo come si ricordano quegli amori giusti che si incontrano in un tempo sbagliato e (per ora) voglio salutarti così…

snapchat-io

Ps. Ovviamente sono molto curiosa di sapere voi come la pensate, quindi se volete lasciatemi pure un commento 😉