Mentre ero in aeroporto in attesa dell’aereo che mi avrebbe portata a Parigi, mi è capitato di leggere un articolo sull’abbigliamento in viaggio. A grosse linee parlava del fatto che bisogna dire no al casual estremo quando si vola e che è opportuno mantenere un tocco di eleganza sempre, perché quando viaggiamo mica stiamo andando in palestra.
L’inizio dell’articolo – cito testualmente – recitava così

Già a dicembre Nick Wooster, consulente e stilista per Lardini, ex direttore creativo di Bergdorf Goodman e di Neiman Marcus, i due colossi del lusso americano, pontificava su come fare una valigia perfetta da viaggio (scegliere colori non in lotta tra di loro, per facilitare gli abbinamenti) e su cosa indossare in viaggio. «Con una giacchetta non sbagliate mai», spiegava in sintesi. Adesso il tema torna a tener banco, non solo nel profilo Instagram del fashion influencer, in cui appare mentre spinge il carrello in aeroporto con un impeccabile blazer grigio, ma anche tra i cultori dell’eleganza, soprattutto al maschile. Del resto i blazer in jersey che Wooster ha disegnato per Lardini vanno in questa direzione.

«Uno dei modi migliori per apparire eleganti e restare comodi, allo stesso tempo, è quello di indossare una giacca in jersey. Le giacca maglia a righe e quella a pois jacquard blu che ho disegnato con la Lardini, sono esattamente la soluzione migliore per sentirsi bene in movimento. Il pantalone con doppia pince è più confortevole della tuta e infinitamente più elegante», spiega al Corriere Wooster. Ma Wooster non è solo in questa lotta per il recupero dell’eleganza in viaggio, soprattutto ad alta quota.

[Per leggerlo tutto vi rimando a www.corriere.it/moda/news]

Alzo la testa e prima di guardarmi intorno, ricordo che quella mattina avevo deciso di indossare una tuta. Che coincidenza!
Era una tutona così morbida che non mi avrebbe fatto rimpiangere minimamente un pantalone con doppia pince – ma cos’è poi? – e che avrei tenuto (per la prima volta!) la maggior parte dei giorni di viaggio.
Non me ne sono minimamente vergognata, anzi… Dopo anni passati a organizzare i vestiti da riporre in mini-valigie, sempre coordinati, sempre troppi, ho capito che viaggiare in tuta potrebbe essere il mio prossimo travel mood. Vi spiego perché.

La tuta quando passi i controlli di sicurezza

Io odio i check-in. La fila, il gesto di mostrare biglietti e documenti appena arrivi assonatissimo in aeroporto, la fiscalità di dover tirar fuori la macchina fotografica e il tablet. Più volte sono stata fermata perché ho dimenticato di seguire le direttive di sicurezza: un giorno volevo portare con me un gigantesco paio di forbici, un altro una bottiglia di vino rosso.
Odio i check- in soprattutto in inverno quando sono così coperta che ci metto un paio d’ore solo per togliermi piumino, sciarpone, cappello e guanti, e riporli sul cestino. Vogliamo parlare delle scarpe alte che sei obbligato a togliere e se vai di fretta non infili neanche la plastica salva-piede?
Certo che se si viaggia in tuta è tutto meno stressante: pensate solo al gesto di accovacciarvi a slacciare le scarpe, oppure tirare in aria lo scarponcino di turno…

La tuta e “ogni posto va bene per sedersi”

La tuta è tua amica. Quando girate in tuta ogni posto è buono per sedersi: gli scalini della chiesa, il ciglio dei marciapiedi rialzati, le sedie scomode degli aeroporti, i tavolini sudici del Mc Donald’s.
La tuta non vi farà sentire in colpa. Quando la indosserete non vi chiederete mai – E se poi mi sporco? Cioè se vi sporcate, amen, alla fine avete indosso una tuta!
Potrete incrociare le gambe a vostro piacimento, accavallarle comodamente, accovacciarvi e infilare il mento tra le ginocchia senza problemi.

La tuta sta bene con tutto

I pantaloni della tuta, se sono di quelli che vi cascano a pennello e hanno un colore commestibile, si possono adattare davvero a tutto. Provateli con un bel maglione, oppure con una felpa con cappuccio.
Questo – vi assicuro – vi permetterà di risparmiare tempo nella preparazione dei bagagli e ovviamente spazio.

Guardatevi in giro. Le tute sono intorno a voi

A Parigi ho iniziato a notare e annotare le persone intorno a me che indossavano pantaloni della tuta (magari era una tuta completa, ma con i piumini era difficile vedere). Ne ho contati 28 in tutto il viaggio.
Ho apprezzato i diversi colori e stili dei pantaloni. Ad esempio ne ho trovato un paio che ora cerco disperatamente online: erano in stile pied de poule 🙂

L’eleganza dietro una tuta

Chi storce il naso di fronte questo elogio alla tuta deve capire una cosa importante. L’eleganza e la raffinatezza non si nascondono nell’abbigliamento perfetto. Anche una tuta, se portata con stile può essere chic.