Erice è il cappello di Trapani. Si tratta infatti di un piccolo borgo situato proprio sopra la cittadina marinara, famosa per il cous-cous e meta inevitabile per chi trascorre le vacanze a Favignana. Il viaggio in Sicilia è stato l’occasione giusta per conoscerlo e per capire che si può scoprire tutto il meglio di Erice #inungiorno solo – senza dimenticare che una visita a Erice è perfetta in tutte le stagioni dell’anno!

La funivia da Trapani a Erice

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Inizia in questo modo la visita di Erice. Da una funivia, una di quelle piccoline, che accolgono al massimo 8 persone e che, se siete fortunati, vi capiterà di prendere praticamente vuota (a me è successo a settembre).
La stazione di partenza non si trova troppo lontano dal centro di Trapani. Sul sito www.funiviaerice.it troverete tutte le info su orari e partenze, soprattutto su come raggiungerla. Costo? 9€ a persona per andata e ritorno al momento della scrittura di questo post (novembre 2016).
Il viaggio da Trapani a Erice dura una decina di minuti ed è emozionante perché dall’alto si vede tutta Trapani, ovviamente se la giornata è limpida lo sguardo arriverà fino alle isole. Il tragitto guadagna ancora più fascino durante l’ora del tramonto.

Pietra, pietra ovunque

Il primo pensiero una volta arrivati con la funivia alla stazione di Erice e aver sorpassato l’arco d’ingresso – Pietra, pietra ovunque. Non a caso Erice è anche chiamata la città della pietra.
Di fatto Erice ha mantenuto completamente la struttura assunta durante il medioevo. Per questo strade, case ed edifici hanno conservato un perimetro triangolare e il materiale è rimasto quello, la pietra. Nel corso del tempo è stata abitata da numerosissime popolazioni, come Fenici, Normanni, Arabi e Romani, che hanno provveduto a lasciare piccole tracce dietro di se.
Oggi l’eleganza di Erice si ritrova, oltre che nella roccia di cui è interamente costruita e che diventa inevitabilmente architettura, nei suoi vicoli, negli scorci nascosti, tra le botteghe artigianali e i ristorantini tipici.

La chiesa Matrice: assolutamente da vedere

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Tra le chicche da vedere durante la visita di Erice in un giorno c’è la Chiesa Madre, uno dei principali e più bei luoghi di culto del borgo, costruito per volere di Federico d’Aragona nel XIV secolo, inizialmente a scopo difensivo. Sorge in via Vito Carvini.
Proprio accanto alla chiesa troverete il campanile di Erice, struttura imponente e dalle gustose merlature, che un tempo serviva da torre vedetta. 

La pasticceria di Maria Grammatico, una delle più buone di tutta la Sicilia


Mai avrei pensato che in un borgo così piccolo sorgesse una delle pasticcerie più buone e più importanti di tutta la Sicilia. Si parla della Pasticceria Maria Grammatico. Beata ignoranza io nemmeno la conoscevo (Maria), ma mi sono rifatta subito.
La storia della famosa pasticcera è molto avvincente ma per questa vi rimando direttamente a La civiltà della forchetta che è riuscito a raccontarla in modo chiaro e ha riportato anche una sua gustosissima ricetta. La pasticceria di Maria è graziosissima, fatta di piastrelle a maiolica color blu e interni in legno. Il profumo dei dolcetti si inizia a sentire qualche isolato prima di via Vittorio Emanuele 14.
Se volete un consiglio su cosa assaggiare vi propongo i bucellati di fico, le palline all’arancio e al pistacchio, i cuscinetti, la genovese alla crema. Non voglio svelarvi di più ma vi avviso: sarà difficile andar via senza un sacchetto per i parenti.

Passeggiando lungo le mura del Castello di Venere

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Quasi a sorpresa, dopo aver attraversato (almeno) 5 chiese, aver ascoltato i suoni dei vicoli stretti e aver perso la testa dietro ai profumi delle piazzette illuminate, vi ritroverete di fronte al Castello di Venere e al suo belvedere.
Il castello nacque nel XII secolo dai resti di un antico santuario fatto costruire dai Normanni dedicato alla dea Venere. Da allora ha conservato quel nome, un po’ romantico e un po’ evocativo. Dalla passeggiata che conduce all’arco ogivale e al portale, e che inizia da largo Castello, si gode un bellissimo panorama su tutta Trapani e sulle isole Egadi, arrivando – se il sole e le nuvole lo consentono – fino a Ustica. Stabili e possenti appaiono le mura e le torri (in effetti l’antico utilizzo di questa fortezza era proprio a scopo difensivo) tanto che viene quasi voglia di toccarle.
Con 4€ si può entrare ma non credo ne valga la pena, visto che le aree interne visitabili sono davvero ridotte.

I trappite e l’artigianato artistico ericino

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Una piccola curiosità: quei coloratissimi e vivaci tappeti che vedrete appesi in ogni angolo della città si chiamano trappite nel dialetto locale e sono frutto di un’antichissima tradizione legata all’artigianato e alla manifattura. Ricordano i tempi in cui le donne del paese avevano in casa il telaio – nessuna esclusa – e facevano per sé e da sé i tappeti per la casa.
I materiali di cui sono composti i tappeti ericini sono veramente poveri, ma questo non gli impedisce di essere eccezionali e di avere tante sfumature contrastanti. Comprarne uno come souvenir può essere un’ottima idea per concludere in armonia la visita di Erice in un giorno!