Tra poco arriverà l’autunno e tutto si colorerà di rosso, giallo e arancione.

Si ritornerà ad alzare le serrande perché la luce del primo mattino non darà più fastidio. I tetti sembreranno più brillanti perché bagnati dalle prime fresche piogge.

La mattina non avremo voglia di svegliarci, saremo intrappolati da una dolce guardia: le lenzuola fattasi calde dal tepore della notte.

L’odore dei camini riempirà i vicoli dei paesini appena fuori la città, quelli abitati a stento, quelli dove il gelo arriva prima e l’aria è più pulita.

Il tartufo bianco, il cioccolato fondente, le castagne arrosto riempiranno le tavole delle domeniche noiose. Le sere saranno rallegrate dal semplice spruzzo di un buon vino rosso.

L’autunno è in grado di regalarmi un lungo respiro. È la stagione più silenziosa di tutte: si insinua nella pelle velocemente e palpita dentro facendomi credere che tutto sia possibile. Forse è proprio per questo che per me autunno ha sempre fatto rima con cambiamento.

Quando arriva settembre, e con lui la nuova stagione, mi sento libera di pensare che dietro l’angolo esista una nuova me pronta a prendere i panni della vecchia me. Così inizio a stilare liste di buoni propositi, spesso interminabili, spesso impossibili a cui cerco di dare un senso.

L’idea di poter ricominciare – sempre e in ogni momento – mi riempe il cuore di gioia.