Percorso ogni anno da centinaia di escursionisti, l’itinerario da Reggio Calabria a Gerace, il Trekking dell’Inglese, è stato sperimentato, tracciato e raccontato per la prima volta da Edward Lear, famoso scrittore nonsense. Se si decide di affidarsi a visite guidate, le agenzie che organizzano il percorso sono Pucambù di Melito di Porto Salvo e Compagnia dei cammini; ma si può partire anche da soli, concedendosi qualche deviazione tra le tante località e una sosta d’obbligo a Bova.

La partenza

Il trekking dell’Inglese parte da Gallico Marina, qualche chilometro a nord di Reggio Calabria. Si sale sull’Aspromonte, la montagna dei banditi, e si ammira il panorama: da qui è possibile avvistare Messina, i Monti Peloritani e l’Etna. La strada porta verso Sambatello e prosegue in direzione del Castello di Calanna: meritano una visita i dintorni di Calanna dove è possibile vedere i resti della necropoli antica. Seguono Sant’Alessio in Aspromonte, Podargoni e Santo Stefano in Aspromonte.

Il percorso

D’improvviso il sentiero diviene più dolce ed ecco valli rivestite da boschi di querce, pini e faggi. Ma la calma dura poco: la montagna ritorna ripida in previsione di Gambarie, sede del Parco Nazionale dell’Aspromonte.
Prima stazione turistica del Meridione, oggi famosa per le sue piste, gli impianti e le strutture alberghiere che la arricchiscono, l’ambiente naturale, i paesaggi suggestivi che la circondano, Gambarie sorge a 1400 metri d’altezza sul livello del mare, nel cuore dell’Aspromonte: un’area protetta tra le più importanti d’Italia, sia per l’estensione, che per il valore naturalistico, faunistico e paesaggistico. Da qui la strada che sale verso la montagna conduce a Montalto d’Aspromonte da dove potrete ammirare una straordinario panorama verso il Mar Ionio, la Sicilia e l’Etna.

Tornando a Gambarie si procede in direzione del lago artificiale del Menta dove un sentiero segnato porta al belvedere sulle Cascate di Maesano. Seguendo la statale 183 e scavalcando la Sella Entrata (solo 1408 metri d’altezza) si entra in un ambiente selvaggio e solitario. Si scende tramite una serie di tornanti verso la fiumara di Melito, raggiungibile passando per Badaladi.

Per chi non teme le strade tortuose consigliamo di deviare e salire a San Lorenzo verso le cosiddette caldaie del latte, il borgo di Roccaforte del Greco e Roghudi Vecchio, due paesi quasi fantasma. In quest’ultimo, uno dei borghi grecanici più importanti e particolari d’Italia, è possibile sentire parlare ancora in dialetto neogreco.
Proseguendo si arriva a Bova, raggiungibile anche da Bova Marina a cui si arriva tramite la statale 106. Bova è considerata capitale culturale della Bovesia e della cultura greca della Calabria. In una piazzetta all’entrata di Bova è collocata una locomotiva a vapore, discretamente conservata, che simboleggia le ferrovie e i Bovesi che lavorarono come ferrovieri.

La fine del percorso

Da Bova una stradina conduce a Amendolea e al suo imponente Castello dei Ruffo di Calabria, risalente al XII secolo, fortezza medievale che un tempo aveva ruolo strategico, visto che la valle della fiumara Amendolea costituiva il confine tra Locri e Reggio. Qui finisce il nostro percorso. Ora tra un piatto e l’altro della tradizione culinaria locale potrete finalmente constatare anche voi se le rocce, i burroni, i boschi e le vallate “così mescolati”, come affermava Edward Lear, formano veramente quel “panorama straordinario” che avete appena ammirato e che tanto piacque all’inglese.