Non chiedetemi il motivo ma i vulcani mi hanno sempre affascinato. L’anno scorso ho visto per la primissima volta l’Etna e mi sono ripromessa che sarei tornata presto a trovarlo. Poi quest’anno, proprio prima di partire per il tour in Sicilia, Sicilying – la web company focalizzata su servizi turistici di alta qualità da vivere in Sicilia – mi ha proposto una delle sue escursioni in quad sull’Etna. Non ho saputo resistere…

Perché un’escursione in quad sull’Etna

Tra trekking, bici o una semplice salita in auto, perché mai scegliere un’escursione in quad sull’Etna? La risposta è semplice. Guidare un quad è divertente, farlo sulle ripide stradine che conducono al vulcano più alto d’Europa lo è ancora di più!

Insomma… avrete già tantissimi luoghi nella vita da raggiungere in auto, infiniti paesaggi da esplorare con un buon paio di scarpe da trekking, perché non sfruttare questa occasione?

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Vi dico solo che ho mantenuto questo sorriso stampato per tutto il tempo dell’escursione in quad sull’Etna. Ora siete più convinti?

L’incontro e la prova del quad

L’appuntamento per l’escursione in quad sull’Etna era previsto per le 10 del mattino a Francavilla di Sicilia dove ci attendeva Walter, la nostra guida. Dopo le presentazioni, la registrazione dei partecipanti e la prova dei caschi, Walter ci spiega come guidare il quad.

Intanto bisogna sapere che per affittare, e di conseguenza guidare, un quad non c’è bisogno di patenti particolari ma basta la patente B, quella che hanno tutti i guidatori di macchina. Portare un quad in strada è molto diverso da guidare una moto. Sullo sterzo è posizionato l’acceleratore: basta spingerlo in avanti per far muovere il quad, se si riduce la spinta il quad a poco a poco si ferma (sul quad infatti non ci sono freni).

Al momento di partire una grande leva simile al cambio di un’automobile viene impostata tutta in avanti, per fare retromarcia la stessa leva viene posizionata tutta indietro. Per girare basta muovere lo sterzo e mai piegarsi (come al contrario si fa in moto). Detto questo basta mettersi in strada e iniziare a fare un po’ di pratica!

Sosta benzina e si parte.

 

 

Si sale: direzione grotta di Coruccio

La nostra missione è arrivare a Piano Provenzana con il quad per poi riscendere e raggiungere le Gole dell’Alcantara. Mentre procediamo su strade fatte di lava, calpestiamo una colata del 1923 di cui si riesce ancora a sentirne l’odore (o forse è pura immaginazione). Ogni tanto Walter si ferma e ci rivela qualche aneddoto interessante: sembra conoscere l’Etna come le sue tasche e noi rimaniamo affascinati dai suoi racconti!

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L’Etna è un vulcano attivo (se riuscirete a vederlo anche semplicemente dal tratto autostradale Catania-Giardini Naxos lo troverete sempre con un pennacchio di fumo alla sommità). Nel corso della storia le sue frequenti eruzioni hanno modificato, a volte anche profondamente, il paesaggio circostante. La conseguenza più visibile sono i crateri che a loro volta, con le loro eruzioni e con lo scorrimento lavico, hanno formato delle vere e proprie grotte di lava.

Non a caso la nostra prima tappa ci porta nella Grotta di Corruccio. Siamo a pochi passi dal rifugio Brunek e da qui, tempo permettendo, si può vedere la costa calabrese. Grazie al crollo della volta che un tempo la teneva completamente nascosta, la grotta è tutta visitabile, tanto che facciamo un giro al suo interno mentre impariamo a riconoscere i vari tipi di lava: se la lava assume un colore giallastro è per la presenza di zolfo, se rosso vuol dire che ha molto ferro al suo interno.

Finalmente a Piano Provenzana e si sfiorano i 2000 metri di altezza!

Rimontiamo sul quad e procediamo sicuri verso la seconda tappa della nostra escursione, Piano Provenzana, una grande stazione sciistica. Saranno le basse temperature, sarà la bellezza del paesaggio che traspare sotto la fitta nebbia, ma mi viene subito voglia di programmare una settimana bianca per il prossima inverno :).
Nonostante la fortissima e devastante eruzione avvenuta nel 2002, che ha portato via molte strutture ricettive, qualche chioschetto di souvenir e un piccolo bar rimangono aperti: proprio in uno di questi facciamo la conoscenza di Dario Lo Scavo, un fotografo naturalista che nella sua galleria-negozio ci mostra tutta le foto scattate al suo idolo, l’Etna.
Mi lascio incantare dalle immagini color fuoco mentre ascolto il rumore del vulcano arrabbiato ripreso da Dario.

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Si riscende: direzione Gole dell’Alcantara

Siamo arrivati a quasi 2000 metri d’altezza e ora è arrivato il momento di riscendere. Questa volta facciamo un’altra strada. Il panino appena mangiato si fa sentire a ogni curva e a ogni masso inevitabilmente preso con le grandi ruote del quad ma mi risollevo ammirando il pino più grande del parco, con i suoi 31 metri e i suoi 300 anni di età e il passaggio di vitigni che si spalanca tutto intorno poco prima di arrivare a Castiglione di Sicilia.

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Se la nausea passa solo con il profumo dell’uva nera che tra qualche giorno darà vita al vino dell’Etna DOC, la vista viene appagata dal graziosissimo borgo oggi catalogato come uno dei più belli di tutta Italia.

Ma non c’è tempo da perdere, ci aspetta la nostra ultima tappa! Meta irrinunciabile soprattutto per gli amanti della natura e degli itinerari naturalistici, le Gole dell’Ancantara si trovano nella Valle dell’Alcantara. Alcuni credono che le gole si siano formate nel corso dei secoli con la lenta erosione da parte del fiume, altri affermano che si siano create dopo una rottura secca dal gruppo basaltico, dovuta probabilmente a un terremoto.

Ci fermiamo nel punto di accesso turistico a osservare le Gole dall’alto e a scattare qualche foto. Oggi il tempo non lo permette ma l’escursione in quad sull’Etna dovrebbe concludersi con un bagno nelle fredde acque del fiume… Peccato, a me toccherà la prossima volta!

Verso le 15 ritorniamo a Francavilla di Sicilia, salutiamo Walter e continuiamo il nostro viaggio, con le affascinanti meraviglie naturalistiche ancora negli occhi.

 

Ps. Vi piacerebbe provare la mia stessa esperienza? Allora consultate questa pagina 🙂